In Italia, la gestione dei rifiuti urbani è regolata da due tasse locali: la TARI (Tassa sui rifiuti) e la TARIP (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati). La TARI è una tassa comunale applicata a tutti i proprietari o gli occupanti di immobili dove si producono rifiuti urbani. La sua quantità viene calcolata in base alla quantità e alla tipologia di rifiuti prodotti e viene pagata annualmente. La TARIP, invece, è una tassa regionale applicata in alcune regioni italiane, anch'essa calcolata sulla base della quantità e della tipologia di rifiuti prodotti, destinata a finanziare la gestione dei rifiuti urbani e assimilati.

Entrambe le tasse sono finalizzate a coprire i costi della gestione dei rifiuti urbani, inclusa la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti stessi.

La TARI è una tassa comunale applicata ai cittadini e alle imprese per il servizio di gestione dei rifiuti urbani. Il suo ammontare viene calcolato in base alla quantità e alla tipologia di rifiuti prodotti e viene utilizzato per finanziare la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti urbani.

La TARI-P è una variante della TARI, introdotta per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili. In particolare, la TARI-P prevede una riduzione della tassa sui rifiuti per le imprese che producono energia elettrica da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, l'eolico o l'idroelettrico. La riduzione della tassa viene determinata in base alla quantità di energia prodotta e può essere applicata per un periodo di 5 anni a partire dalla data di entrata in funzione dell'impianto di produzione.